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La locanda in cui finisce la giovane Nessuno ha l'aspetto tipico delle taverne dei bassifondi, vagamente illuminata dall'opaca luce di alcune candele piazzate in alcuni supporti di ferro che pendono dal soffitto, dall'aria satura di fumo di sigaretta e col tipico olezzo di sudore e alcool; il bancone, rigorosamente in legno sfregiato e dalla superficie saltuariamente incisa da lame, è abbastanza lungo perché, oltre alla ragazza, possano sedersi almeno altre due persone sugli scomodi sgabelli dello stesso materiale e ugualmente rovinati. Una di queste figure se ne sta sorseggiando tranquillamente il suo boccale di idromele straripante, avvolto in uno o due strati di vestiti e un giaccone di similpelle nero malandato e sgualcito, più un copricapo con visiera a coprirgli il volto. L'altra figura, che invece sta proprio nel mezzo e quindi accanto alla senza cuore, sembra impegnata in vaneggianti lodi alla sua stessa persona e lo fa in una maniera piuttosto appariscente: come un vittorioso guerriero che tiene sotto di lui il nemico sconfitto e brandisce l'arma verso il cielo sfoggiando tutta la sua superiorità, così l'uomo barbuto, presumibilmente sulla cinquantina, tiene il boccale sopra la testa, sbraitando e dimenandosi provocando una leggera pioggia di idromele sui malcapitati che gli sedevano accanto, Xylia inclusa.
<< Ah Ah Ah! Questa mia invenzione rivoluzionerà il mondo, vedrete ! >>
E si premia per aver articolato correttamente la frase concedendosi un premuroso sorso della bevanda. A giudicare dal rossore sulle guance radicate dalle rughe non dev'essere il suo primo giro.
Il barista, un uomo dall'aspetto ingiusto se comparato ai suoi soli quarant'anni d'età, quasi privo di capelli e coi segni della stanchezza in volto, guarda esasperato la scena, insieme ai pochi altri presenti ai tavoli, per lo più uomini che rifuggono dai problemi dell'ambiente domestico e trovano sollievo nella sporcizia sul fondo di un boccale di terracotta. Deve trovare lo spettacolo veramente pietoso, perché interrompe la sua opera di pulizia dei recipienti per richiamare il cliente.
<< Per l'amor del cielo Maurice, togli i piedi da quella sedia e falla finita, non vedi che stai disturbando i clienti ? >>
L'uomo guarda contraddetto l'altro oltre il bancone, che nonostante tutto lo sovrasta in altezza. Per quanto ci tenga ad apparire minaccioso simulando un'occhiataccia arcigna, il suo aspetto da bontempone lo tradisce facendolo risultare semplicemente ridicolo a guardarsi. Singhiozzando, trascinando tutte le vocali e alcune lettere, punta il dito al bartender e gli fa
<< *Hick * Non è vero, io non opportuno.. no, io non importuno proprio Nessuno! Non è vero signorina? La sto perpetrand*hick* la sto importunando? Non mi pare proprio !*Hick* >>
Nel dirlo altre gocce di idromele si riversarono sul bancone e sull'impermeabile nero di Xylia. Chissà se l'idromele va via ?. -
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Il barista cerca di approfittare dell'aiuto della Nessuno per convincere definitivamente il vecchio a finirla con la sua sceneggiata.
<< Dai retta alla ragazza Maurice, sei ubriaco fradicio. E devi ancora pagarmi per la settimana passata ! >>
Gli occhi del vecchio si rifanno lucidi per un attimo e la sua espressione spaurita. Sebbene stordito dall'influenza dell'alcool, il solo sentir parlare di soldi lo fa sbiancare. Quanto tempo è che non saldava il suo debito? Quanti boccali arretrati, ancora da pagare, avrà avuto? L'idea sembra farlo venir meno, al punto che si accascia sullo sgabello poggiandosi con la schiena al bancone, il collo piegato all'indietro con la testa poggiata sulla superficie in legno
<< No, ti prego, no, ti chiedo solo un altro po' di tempo ! Con la mia nuova invenzione farò un mucchio di soldi e potrò venire a ripagarti di tutti i debiti! Ma ti prego di aspettare ancora un po'... ! >>
Il barista sospira. Non è la prima volta che Maurice si prostra a quel modo, per cui non ci fa nemmanco più caso; sa che non lo ripagherà mai, ma sa anche che tornerà anche la settimana prossima e ripeterà le stesse stupidaggini, blaterando di nuove innovazioni che cambieranno la storia.
<< Certo Maurice, certo, ma adesso prendi il soprabito e torna a casa, tua figlia ti starà aspettando >>
<< Ah... mia figlia... quella cara ragazza, che mi è così premurosa e così attenta al suo stupido padre ! Oh ... >>
A quelle parole l'equilibrio di Maurice pare ritornare, forse richiamato al dovere dai sentimenti generati dal pensiero della figlia. L'omaccione si alza dallo sgabello e, a passo incerto, si avvia verso l'uscita del locale, dopo aver recuperato il suo soprabito malandato quanto lui dall'appendiabiti all'ingresso. Il barista sospira ancora, rivolgendosi infine proprio alla Nessuno
<< Il vecchio Maurice. E' un brav'uomo, non farebbe del male ad una mosca, ma dopo la morte della moglie... beh, l'hai visto. E sua figlia ne paga le conseguenze... Mi dispiace che tu abbia assistito a questo spettacolo pietoso, non abbiamo molti forestieri qui. Cosa ti porto ? >>. -
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L'atmosfera si paralizza improvvisamente quando Xylia fa la sua ordinazione: per diversi attimi, che paiono lunghi minuti, tutti gli sguardi della taverna sono piantati sulla figura incappucciata e sulla bevanda richiesta. Praticamente un succo di frutta.
L'uomo al bancone, quello rintanato nel proprio giaccone, ha avuto una "sobbalzante" reazione, dopo essere rimasto impassibile anche davanti allo spettacolo di Maurice. Primo fra tutti, però, il barista : lui più di chiunque altro si trova impreparato di fronte alla figura in nero. E' leggermente agitato, spaesato, come se quello non fosse il suo bancone. E dove dovrebbe andarlo a pigliare un succo di frutta ?
Con occhi sgranati si rivolge a Xylia, cercando di non apparire eccessivamente impertinente nella successiva affermazione
<< Ehm... ma... sei sicura di avere l'età per poter stare qui ? >>
La porzione di volto che si intravede attraverso il cappuccio non è sufficiente a rivelare l'età della Nessuno. E vista la sua richiesta, piuttosto strana per il luogo, un tugurio dove la gente va ad ubriacarsi, si chiede se non sia nel posto sbagliato.. -
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In un primo momento la faccia seccata di Xylia colpisce il barista con la stessa intensità di una freccia che trapassa da parte a parte il corpo: quasi barcolla! Una cosa che la Nessuno deve imparare, se non l'ha già fatto, è non sorprendersi più per le usanze dei mondi in cui finisce. Evidentemente, in quel posto si andava per bere, non per sorseggiare affabilmente dei drink, c'erano i ricevimenti per quello.
<< Così va meglio >>
Sentenzia l'uomo, afferrando uno dei boccali capovolti appena lavati e riempiendolo, tramite un erogatore, dell'unico tipo di birra che la locanda ha da offrire. Scura, sembrerebbe. Il colore di quella sostanza è piuttosto relativo: bionda al sorgere del sole, rossa al crepuscolo e scure alla sera. Il sapore, però, è sempre il solito schifo. Ma per chi cerca solamente un valido sostituto all'aria, anche la sbobba contenuta nei bicchieri incrostati va bene.
<< Eccoti servita la specialità della casa, la Knool : una birra dalla consistenza ferrea e dal sapore tenace >>
Povera di schiuma, la bevanda ha un sapore equivalente ad un anno di acqua messa a ristagnare in un contenitore rugginoso, per quanto difficile fosse il paragone visto che nessuno sognerebbe mai di creare uno schifo del genere. E il barista, come se non fosse consapevole dell'intruglio disgusto appena propinato, osserva Xylia, ansioso di osservare la sua reazione.
<< E' un'antica ricetta di famiglia, è molto forte ! >>
Dice sorridendo come un beota, fiero del proprio creato. Nel frattempo, l'uomo che sta seduto al bancone sembra aver finito la sua bevanda. Con un colpo poggia il boccale sul bancone, richiamando l'attenzione del barista che lascia finalmente in pace la Nessuno. I due si scambiano un'occhiata, quello avvolto nel giaccone infila la mano in tasca estraendo diverse monete, una quantità fin troppo generosa per il veleno che gli è stato offerto.
<< Tieni il resto >>
La voce è roca e bassa, attenuata ulteriormente dal bavero, al punto che anche Xylia e il bartender fanno fatica a sentirlo.
Senza proferire altro, tenendo il capo abbassato e avvolto nel cappotto, esce anche lui di scena, lasciando solo la Nessuno col barista e gli oggetti di scena.
<< Che strano tipo, non l'avevo mai visto da queste parti... e queste monete ... >>
Ne tiene una stretta fra indice e pollice, osservandola da più angolazioni. Il disegno sulla facciata sembra riempirlo di dubbi.
<< Oggi è la giornata dei forestieri eh ? Comunque... volevi informazioni sul castello? Beh, non ho molto da raccontarti se non le storie di paese. Si dice che una maledizione gravi su quel castello, nessuno osa avventurarsi. Ma sono solo storie, certo. Però la gente ci crede. Ti interessano le leggende? >>
Mentre parla ha ripreso l'usuale occupazione di pulire il fondo dei recipienti con un panno unto. Igiene 10/10.. -
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Ancora una volta le offese gratuite della Nessuno sortiscono lo stesso effetto di un affondo di lancia al cuore del barista, che stringe la mano al petto con espressione contratta. I suoi occhi passano velocemente dal boccale ancora pieno alle spalle della figura incappucciata che esce sdegnata dal locale, senza peraltro aver pagato per l'esperienza. Evidentemente confuso, l'uomo non può fare a meno di domandarsi il perché dell'assurda reazione della giovane... e il modo migliore per scoprirlo è saggiare la sua stessa bevanda!
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"Rivedere la formula della birra"
annoterà su un taccuino subito dopo averne bevuto un sorso, domandandosi come facciano i suoi clienti a berla senza rigurgitare anche l'anima. La reazione della Nessuno, forse, non è stata eccessiva.
Uscita dalla locanda Xylia si ritrova coperta dal velo di tenebre della notte, rischiarato in alcuni punti da rudimentali lampioni ad olio accesi di volta in volta da un solo uomo, costretto peraltro a spostarsi con l'ausilio di una scala.
La piazzetta, vista l'ora, è poco affollata, giusto una coppia su una panchina dalla parte opposta troppo presa nei suoi intrighi per accorgersi di ciò che sta intorno e un anziano che passeggia lento sul ciglio della strada. Il tutto è immerso nella calma tipica dei piccoli centri abitati, il che rende il posto l'ideale per chi preferisce non risaltare all'occhio; gli unici rumori che si odono sono prodotti dallo zampillare dei getti d'acqua nella fontana, che immersa nella luce della sera acquista un magico valore aggiunto, e dal gracchiare di alcuni volatili dal nero piumaggio più in là. L'aria, fresca e umida, è pervasa dal sapore caldo e profumato di cibi cucinati per la cena.
L'uomo che Xylia cerca, la misteriosa figura avvolta nell'ombra del proprio giaccone, si muove furtivo nel vicolo un po' più a sinistra dalla posizione della Nessuno: una piccola stradina che si snoda fra una fila di casette a due piani e dalle finestre illuminate a tratti. Anche lui pare condividere la filosofia che contraddistingue i senza cuore, adottando un profilo basso e producendo il minimo rumore possibile. Che anche lui sia sulle tracce di qualcuno?. -
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Xylia si muove proiettandosi fra le ombre disegnate dai tetti delle case, silenziosa come la notte stessa.
Colui che sta pedinando non sembra averla scovata, nonostante l'accortezza che mette in ogni passo e movimento.
Passano pochi minuti perché la Nessuno scopra la ragione di tanta segretezza, più o meno in concomitanza con l'arrivo nell'ennesimo viottolo scarsamente illuminato. Stavolta, però, sembra esserci una terza presenza. Il suo vociare è inconfondibile.
<< Casa... ma dov'è che l'ho lasciata, esattamente, casa mia ? >>
Maurice va barcollando lungo la via, profanando con le sue mani unte ogni muro che delimita quel piccolo capillare di città. La figura imbacuccata si ripara dietro una rientranza lungo la parete, che porta ad un'abitazione. Se prima poteva esserci qualche dubbio, ora è cristallino come la neve che stia seguendo il vecchio.
<< Oh... non ricordo... forse era da quella parte ? >>
Si domanda puntando il dito verso l'unica direzione possibile. Ma si, tanto vale tentare da quella parte fra le decine di alternative. L'uomo si muove insieme a Maurice passando di riparo in riparo.
Quale sarebbe stata la mossa successiva di Xylia?. -
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